Le spalle si accigliano gelandomi il cuore
quando muore il cielo sopra i nostri volti
le dita si assottigliano stringendo il rimorso
della speranza con cui le labbra si affiatarono
pochi istanti prima divenuti ricordi
che col tempo si ammaleranno
chiedendo scusa,
implorando perdono
sancendo la pace dei nostri sensi
con un’incauta flebile stanchezza
che accompagnerà i nostri passi a tempo
in una danza
irradiando di fuliggine i nostri occhi ciechi
sorridendo illuminando il mondo trattenendo senza timore il respiro
fino a far scoppiare il muro che ci separa da tutto il resto.
Semplicemente,
sperando.