Ho rinchiuso gli occhi in uno specchio
che ho lanciato su nell’aria
per sentirlo morire in mille pezzi e
poi scoprire che l’unica cosa che si è rotta è il silenzio.
Le frecce di vetro si crocifiggono dritte in testa.
Chi sei tu, riflesso di me stesso?
Chi ti nutre di piccole luci divorate dall’alba
che da buon pittore il destino ha dipinto sui frammenti?
La vita scorre sui binari di quegli occhi scuri,
ammaliati dai vuoti di foto scure senza didascalie.
Lo sguardo pensa al posto del cuore.
Tutto s’annebbia e com’è dolce e soffice il riposo.
Il tempo è finito. Cambio pila all’orologio e apro gli occhi.