Nocche sbucciate ma luccicanti
appese ad un volante
con la notte,
immobile sagoma mal definita
alla mia sinistra
che mi lancia occhiate
per portarmi a letto.
Stupida lei
che si nasconde nel suo stesso buio.
Lei si scorge e l’abbaglio coi mie fari,
l’acceco e mi dileguo.
Mi sembra mi rincorra
spargendo lacrime
senz’accettare ch’io sia un tricheco solitario,
che fugge via,
non da lei,
ma da sé stesso.