Che poi m’illudo, sia mai!
Che ci sia o no io
oppure fastidiosamente me
nell’eterno sbadiglio dell’eros
farsa che di rabbia ne racchiude troppa
sei dentro me
come fumo nel camino
non posso aprire le finestre.
Chiami il mio nome come faccio col tuo
mentre sogno
e quando gl’incubi giocano a nascondino
con la mia mente?
Amore è dove amore sta
fra gentili sospiri che il tempo regala
annaspo ma sono
come un punto che interroga
l’incognita di me stesso.
Chiamo il mio nome come faccio col tuo?
E non risponde se non
un piccolo
gelido
frammento
di speranza.