Sembrava l’ora adatta
mi suggerivano le ombre erette sui muri di piazza Maggiore
che aggredivano le vetrate tetre
riflettendosi su nel cielo
come un teatro di marionette.
Si svuotavano cinguettando bicchieri di vino dal fondo pesante
cadendo fin dentro il centro dell’anima
sparpagliando le parole dette tra due amanti .
Senza vento i vuoti respiri se ne stavano a mezz’aria
mentre ci passavo nel mezzo con passi timidi
rompendo con l’invidia acerba quella rumorosa vista.
C’era chi mi chiamava
lo sentivo
ma infreddolito inchinavo il mio incedere
sotto i bui portici.