Ti seguo
con l’ombra dei miei occhi
colmi d’odio
d’anima stantia che sfoglia in mille pezzi
un semplice momento
come fossi un fior di campo
nel più rispettato silenzio
quell’apparentemente quieto incrocio di sguardi.
Che t’avrei odiato
un po’ l’ho sempre saputo.
C’è vento forte
sibila e sfuma i nervi tesi
su di un finto sorriso
appisolato sul mio volto
si fa comodo giaciglio sulle labbra mie
serrate
a voler quasi imprigionare
la mia immagine riflessa sui vetri sbiaditi
sporchi e sincopati
tenebrosi ed ammaestrati
che ovunque trovo.
Che mi avreste odiato
un po’ l’ho sempre saputo.
È la liturgia la mia condanna
il mio macigno con cui
mi sento assassino seriale
mi fa sentire vivo
quando
freme la mia carne
fino alle viscere
fino al nero che dentro porto con orgoglio
lo chiamo odio
io provo odio
sento l’odio
e tutta l’aria attorno ne è
pare
perfettamente cosciente
ed
indifferente.
E lo so
l’ho sempre saputo che un giorno
mi sarei odiato.