A fissare il cielo
e rammaricarsi perché rimane lui,
il cielo,
rigidamente composto,
nero ed indifferente.
Ed io sotto
perso nel suo vuoto essere
con la voglia di farmi sommergere
dalla sua pallida inutilità.
La notte passa lenta
accarezzandomi la nuca.
È tutta una presa in giro
e non ne capisco il perché.
Perché lui, il cielo?
E perché io, quale io?