Parlava mio padre
ma nessuno ascoltava;
i piedi a penzoloni si scioglievano
lenta e ansimante passava l’estate
mentre mi contavo le dita delle mani.
Era lo stupore di scoprire,
amare voleva dire aprire quei piccoli occhi scuri
e vendersi al raggiare dei miei già stanchi sogni.
Mordevo le labbra tenui
e annerivo i denti a furia dei sorrisi,
costava poco viver felice.
Poi un giorno nella mano di mia nonna
trovai una stella che il mare aveva abbandonato,
anche le cose più belle venivano lasciate
i sogni smarriti
i vetri che prima risplendevano si sporcavano
e mai più lasciavano la luce entrare.
Io crebbi,
e mi stancai di farlo.