È una sfera di vetro dove sfiorare l’infinito
e lasciarci piccoli te impressi sopra.
È una coperta troppo corta che ti scopre i piedi
per svegliarti e farti sovrastare da un cielo stellato.
È il suono acido di un sax in volo
barcollando su di un pentagramma galleggiante.
È un volto che avevi intravisto da bambino parlare con tuo padre.
È un fiume in piena, viscerale & malinconico,
inutilmente imprigionato in stupide pagine bianche.
È il primo sorso di vita che tu possa mai avere.
È una lingua tremula
che esplode orgasmi come fuochi d’artificio
ed illumina il buio come un quadro di Pollock.
È la neve che copre gli afosi mari tropicali
per falsare un mondo a cui nessuno crede più.
È veleno che ti cura.
È un funerale in cui tutti ridono, applaudono,
e ci bevono su.
E pensare che la poesia in fondo
non è altro che un bacio donato dalle mie dita.
Io rabbrividisco.