L’odore dell’amore imprigionato tra le gambe
così vorticose nei lunghi passi
da sembrare sterili
mentre sussurrano parole come fiamme.
Bruciami ancora
e salvami dall’inferno,
svelami in tuo segreto
e te ne sarò grato in eterno.
Pupille appannate
ti rincorrono chiamandoti a gran voce,
rapite
ed ora derubate
della tua immagine
fioca
come un alone,
una nube scura,
un sogno dal quale mi son svegliato
e che mi ha ustionato.
Bruciami ancora
e salvami dall’inferno,
svelami in tuo segreto
e te ne sarò grato in eterno.
Mi guardo nudo
con tutti i segni.
Tu
sei l’unica cicatrice che non fa male
e che fa sorridere i riflessi della luce.