Smorfie sciolte in acidi
con orgasmi di corde vocali riflessi sulle unghie
scolpite sulla pelle,
che sui muri come giochi di luci mi annebbiano la vista.
Umide, le tende,
sei andata via da un’ora
prima di cominciare a piangere.
Io sono rimasto nudo sotto il soffitto bianco
a dar fuoco agli ultimi ricordi
al ritmo con cui gocce di sudore scivolano giù dai capelli
colmando l’orma di seta che hai lasciato sulle lenzuola.
Sento ancora vibrare le mie dita come il tuo sesso
e fatico a smettere di venire
nell’universo che tenendomi per mano mi ha mostrato.
Si muore dal caldo che mi evaporano le vene.
È pieno dell’odore tuo
e io mi addormento finalmente felice.