Sono sveglio da una vita
mentre il sole fa su e giù
sesso di una routine di desiderio.
Battono le palpebre più ferocemente del petto
vedo ciò che io bambino non vedevo
miope ma senza rabbia né rancore.
Schiaffi d’aria da quali mi lascio masturbare
rubando il vento,
per rinfrescarmi il bruciore di una gola
che ha urlato senza volerlo
ed ucciso senza saperlo.
Col tempo mi son scolpito il mio spazio nel mondo
ma giuro non avrei dovuto volerlo.
Mi incastrano le parole lasciate sui muri,
saprò di esserci passato senza ricordarlo
come una lingua su per il cazzo.
Una noia stare svegli ad abbaiare al mattino.
Si fottano i paradisi e gli inferni
e le puttane crocifisse dai desideri di tutti voi.
Non ci dormirò su neppure oggi
ho da resuscitarmi tutto il tempo.